
I DIAMANTI
Se il tardo XVI secolo fù il periodo delle perle, così la seconda metà del XVII secolo fù l’epoca dei diamanti. Due sono le ragioni principali di questo fenomeno: in primo luogo lo sviluppo commerciale con l’India, la fonte tradizionale dei diamanti, e l’incremento dei contatti con il Brasile, che aumentarono la disponibilità di pietre preziose nell’Europa occidentale; in secondo luogo le tecniche di taglio elaborate mostrarono le straordinarie proprietà ottiche del diamante e permisero agli orefici di esaltarne le doti strutturali.
Già nel III millennio A.C., le cronache del grande poema epico indiano, il Mahabhrata, narrano di eroi che indossavano diamanti, non tagliati, ma semplicemente lucidati allo stato grezzo.
Fin dal XV secolo i tagliatori europei hanno cercato di lavorare il diamante; ma i primi passi, dalla lucidatura del cristallo naturale fino alla lavorazione col “taglio a tavola” (o “taglio a sfaccettatura”), sono dovuti soprattutto ai tagliatori indiani.
L’introduzione della sfaccettatura nella lavorazione del diamante ( che ne metteva in risalto al massimo i caratteri di luminosità e di trasparenza) ebbe un effetto dirompente sulla gioielleria. Fu soprattutto durante il XVII secolo, con l’espansione coloniale che vennero scoperti e portati in Occidente i più leggendari tra i grandi diamanti.
Forse il più imponente è il “Gran Mogol” scoperto fra il 1650 e il 1658 nella miniera di Gani, in India. In origine si stimò pesasse circa 787 carati.
La storia del diamante e’ ricca e affascinante quanto la pietra stessa, motivo per cui, dopo questa breve premessa storica, andremmo a parlare, o meglio, scrivere dei diversi tipi di tagli; torneremo quanto prima sull’argomento, con l’auspicio di avervi deliziati di altri dettagli, nel vasto panorama legato ai gioielli…